In Europa e nel mondo intero, il pensiero di ciò che sembrava appartenere ad un passato da dimenticare, le terrificanti grandi guerre, riemerge con vigore in questo momento storico, dove i governanti di alcuni importanti paesi, mossi da cupidigia, da bramosia di potenza e vanagloria, intraprendono sanguinosi conflitti, pur di ottenere ciò che vogliono. Nel nostro pianeta attualmente sono in atto più di 50 sanguinose guerre. Un mare di dolore che si potrebbe evitare, che si aggiunge a catastrofi naturali, a malattie e sofferenze di ogni genere, con le quali la supponente ma fragile creatura umana deve fare quotidianamente i conti. Una domanda sorge spontanea: chi detiene l’autorità e può prendere importanti decisioni per le nazioni come fa a non capire che la guerra porta solo distruzione, povertà, sofferenza e morte? Come fanno costoro a non capire che un conflitto produce l’esatto opposto di ciò che avrebbero intenzione di ottenere? Tutto questo dolore, l’odio, lo scarto, l’abbandono, il rifiuto… Non c’è forse già troppo male inevitabile da sopportare, cosicché da aggiungerne noi stessi dell’altro? Prevaricazione, violenza e indifferenza regnano sovrane in molte parti del mondo e taluni cercano di piegare le coscienze collettive, a sentimenti egocentristi, utilitaristi, funzionalisti che chiudono lo sguardo al prossimo. Non si combatte solo con le armi, ma anche con subdoli strumenti di potere che mettono in ginocchio gli altri. La guerra poi porta carestia e malattia. Menti offuscate da un complesso di onnipotenza si impongono a discapito di molti poveri malcapitati. Che fare dunque?
In mezzo a grandi tribolazioni il buon cristiano desidera aprire un orizzonte di speranza e condividere germogli di pace, educando particolarmente le giovani generazioni a sentimenti di autentica fraternità, alla misericordia, alla preghiera. Una pace globale universale è possibile… è sufficiente volerla ed impegnarsi per attuarla. Si può trovare un orizzonte di senso che ci permetta di affrontare ogni sfida in modo costruttivo, di cercare in maniera pacifica e serena risoluzioni ad ogni problema. Occorre, pazienza impegno e perseveranza. Occorre Pacem in terris.
Abbiamo bisogno di dialogo, di comprensione, moderazione e compassione. Abbiamo bisogno di invocare il nostro Dio, l’onnipotente, affinché illumini le menti e diriga al bene anche i cuori più induriti. Sull’esempio di Cristo Gesù occorre «μακροθυμία», un grande cuore, che si muova a pietà, un cuore misericordioso.
Dobbiamo con ogni sforzo possibile ricercare prossimità attuando programmi condivisi e attenti all’alterità. Un’umanità rinnovata, che proponga progetti inclusivi, ponendo alla base quei diritti irrinunciabili che rispettino la dignità di ogni essere umano. È il fondamento della “Spes non confundit”- la speranza non delude- proposta dal Santo Padre per l’indizione del Giubileo Ordinario 2025.
Le diseguaglianze, in tutti gli ambiti sociali, stanno aumentando a dismisura ed occorrono politiche globali adeguate per ridurle. La vera libertà, l’indipendenza, la prosperità è quella che si costruisce tendendosi la mano, standosi vicini gli uni gli altri, camminando insieme con sentimenti di pace.
A qualsiasi popolo o nazione si appartenga, il linguaggio dell’amore è un linguaggio universale e può davvero essere compreso da tutti.
Non possiamo essere tiepidi, distratti o peggio rassegnati e nello stesso tempo non possiamo aggredire e accanirci contro chi pensa diversamente da noi. Ogni ideologia dovrebbe essere mitigata dalla misericordia evitando di diventare assolutista. Soltanto così terremo lontano il serpente, quel desiderio bellicoso di sopraffazione che nasce dall’invidia e dal desiderio di imporsi a tutti i costi.
Equilibrio, moderazione e diplomazia sono gli ingredienti per una società evoluta e ordinata, una società che trovi vie percorribili senza sacrificare nessuno, specie i più deboli, dei quali è sempre necessario prendersi cura.
Nella “comune vulnerabile umanità”, la fede, la speranza e la carità ci rendono forti, anche dinanzi ai nostri limiti. Quando sono debole è lì che sono forte diceva San Paolo e ancora san Francesco d’Assisi, sul finire dei suoi anni, quando aveva ormai perso la salute, era stremato e senza forze, vedeva poco ed era senza voce.
Come poteva chiedere a Dio ed essere udito per ottenere ancora pace?
Dio lo ascoltava anche nella debolezza e gli permise di lasciare il suo deposito in una preghiera, la sua lode al Creatore e alle creature, memorabile orazione che detta ai suoi frati perché la cantino e la offrano al mondo intero.
Il Presidente nazionale AIPaS
Vicepresidente e guida spirituale del Forum nazionale delle Associazioni Sociosanitarie
don Isidoro Mercuri Giovinazzo
Lourdes 23.07.2024
In conclusione di questo mio breve intervento vorrei ripeterla a gran voce:
Cantico delle creature:
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle,
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte,
et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nost tra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore,
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che ‘l sosterrano in pace,
ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò scappare:
guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;
beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate
et serviateli cum grande humilitate. AMEN
L’Omelia tenuta nella S. Messa celebrata per l’Aipas alla grotta di Massabielle